La nicchia - numero 2 - Ci vuole un alchimista come McCarty

Occorre un talento fenomenale per scrivere come McCarty in Stella Maris.

Ci vuole un alchimista, o un mago, per svuotare la narrazione eppure dare al lettore un contenuto enormemente pieno.

Stella Maris è denso per sottrazione. Un unico discorso tra due soggetti – una paziente ed il suo psichiatra – spezzato in sette colloqui. Sette, come i giorni della creazione: tanti ne servono per creare il quadro completo degli argomenti. Non c’è voce narrante, non ci sono elementi descrittivi di tempo e spazio, non ci sono colori, sensazioni, emozioni: nulla.

 Alicia ed il dottor Cohen si affrontano con provocazioni sempre più serrate, allo scopo non tanto di far emergere la loro storia – che resterà vaga, frammentaria ed incerta – quanto di dare spazio alle loro domande, che sono le domande del mondo: la materia, lo spirito, il tempo, lo spazio, la musica, il linguaggio, la matematica e, sopra tutte, la realtà e la verità tra l’inconscio e la scienza.

Alicia e il dottore, man mano che duettano, si trasformano agli occhi del lettore da personaggi a concetti. Sono loro stessi i concetti che esprimono, e a volte contraddicendosi, creano un reticolo – dialogo dove si perde il confine tra medico e paziente, verità e menzogna, allucinazione e sogno.

La gente al caso preferisce la sorte. I soldati credono davvero che da qualche parte ci sia una pallottola con scritto sopra il loro nome. Penso perlopiù le persone credano non solo un libro della vita ma in un libro della loro vita. La sorte può essere placata, gli dei si possono pregare. Ma il caso è quello che è.

Lei crede in un libro della sua vita?

Solo nel senso che lo sto scrivendo. Il che naturalmente potrebbe essere un’illusione”

Chi legge, specialmente se ama una scrittura poetica e i personaggi costruiti con maestria e dovizia di descrizioni, si trova catapultato fuori dalla sua zona di comfort e dovrà trovare coordinate nuove per non perdere la rotta; ma se si affida alla lettura con determinazione e umiltà, accettando di rispolverare ricordi scolastici e di prendere atto di una certa, beata ignoranza, ne trarrà una grande ricchezza e si sentirà anche lui un po' più solo quando leggerà le ultime righe:

“Credo che il nostro tempo sia scaduto.

Lo so. Mi tenga la mano.

Tenerle la mano?

Sì, voglio che lo faccia.

D’accordo, Perché?

Perché è quello che fanno le persone quando aspettano la fine di qualcosa”

 Cormac Mc Carthy – Stella Maris , Giulio Einaudi Editore 2023

@bigail