Giorgio Anelli

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La nicchia - numero 60 - "Su fondamenta instabili", di Davide Morelli

2024-10-14 21:18

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Rivista letteraria, Davide Morelli,

La nicchia - numero 60 - "Su fondamenta instabili", di Davide Morelli

La periferia dell'esistenza

Questa sera si gela in casa. Non hanno ancora acceso il riscaldamento. Maledetti loro! Questa sera sono raffreddato e ho la febbre. Questa sera ho iniziato a leggere l’ebook di Davide Morelli (https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Falsosprach.altervista.org%2Fsu-fondamenta-instabili-di-davide-morelli-scaricabile-gratuitamente%2F%3Ffbclid%3DIwZXh0bgNhZW0CMTAAAR1zyPcco24qUSfD5UJJ9ZbLXV2-ZVQzMs8paeAB2O0qKR84A6m0VfiGqLE_aem_NR80o6z7hjmQznLsk1S-VA&h=AT1EXZC2L0hMY_ywMs7q68Jpj4LYgqA5FHS7KZVVj09fMBc4eFInADZTLV-PhfxjCsHmZQZ-LaiRiMGNiUIaBiiR9dkGy-mgImy4Ks8eUOqb5zv8A2nWMxEKtI2trXxj_Kc),


e gliene sono grato.


Ci metterò tempo a leggere le sue ottocento e rotte pagine, ma quel poco che ho letto già m’incanta, e lo voglio dire in questo spazio, affinché ad altri venga la curiosità di leggerlo.


Ciò che per ora mi ha colpito notevolmente è il saggio sulla solitudine e le riflessioni sull’anima. Credo che Davide abbia rischiato sulla sua pelle molto di ciò che scrive. Ed è un bene, per chi anche ‒ come me ‒ vive in periferia.


Forse abbiamo troppa solitudine addosso e poi abbiamo perso l’anima, sostiene Morelli.


Forse il male del mondo è dovuto al fatto che “assistiamo all’impotenza delle paroleˮ. Forse ci riconosciamo fratelli in questa condivisione sull’abisso, nell’abisso, rasenti l’abisso.


Le parole sono importanti, mi diceva qualcuno un giorno. E sicuramente qualcosa di importante è stato scritto in quest’opera dal titolo inequivocabile: “SU FONDAMENTA INSTABILIˮ. Si tratta di


una miscellanea, una raccolta di scritti eterogenei (riflessioni, aforismi, racconti brevi, versi liberi).


Le parole sono importanti, e Davide Morelli ce lo ricorda col suo tentativo, col suo messaggio in bottiglia che spera un giorno raggiunga qualcuno; foss’anche quell’unico lettore che dà senso ai nostri sforzi.


Eppure, le parole sono morte: troppe parole girano nell’etere, sui display, ovunque. Viviamo il loro abuso. Non abbiamo più il coraggio di filosofeggiare, studiare per davvero, incontrarci nell’inquieta e davvero infinita pagina bianca. Difatti, soltanto qui, sul foglio bianco ‒ per noi poeti, scrittori, filosofi! ‒ si gioca la partita, immersi nelle nostre solitudini, dimentichi di avere un’anima, e dimentichi che un’anima, invece, può tutto (Cristina Campo).


 


Giorgio Anelli