La poesia è importante per alcuni grandi motivi; uno di questi è che fa incontrare la gente. La poesia ebbene porta a incontrarsi, apparentemente clandestinamente, ma in sostanza per destino. E l’incontro, per il poeta, è qualcosa di fondamentale che accade e riaccade inaspettatamente con supposti sconosciuti. Sicché io devo dire che sono grato, oltre che alla poesia, a un poeta; poiché questo poeta ha permesso che in passato presentassi le mie poesie in una per me sconosciuta e fredda Saronno, città natale di Simone Cattaneo. Sono inoltre grato allo stesso poeta, perché oltre a svolgere come presidente un’attività culturale che permette di far conoscere e crescere vari talenti in erba (Helianto, Associazione Artistico Culturale), mi ha anche permesso, col suo contributo, di potermi finanziare alcuni libri che altrimenti non avrebbero mai visto la luce. Uno su tutti, l’ineffabile Carteggio Rilke-Pozzi. E quindi, ringrazio il fantomatico Claudio Pagelli! E lo faccio rendendo pubbliche alcune sue poesie che gentilmente mi ha donato.
Polvere alla polvere e così sia. Così si usa dire, mi pare. E così il mio corpo si sfarina (astro di cenere, aria, memoria) insieme ai corpi degli altri in questa fossa del Maggiore… Ritrovare uno sguardo nitido nella bufera dello smarrimento era, nella sera, la mia preghiera. Ora so che lente d’ingrandimento è la morte, che in granello di polvere si traveste l’universo…
È la fede nel sangue promessa che spaventa la paura stessa, luna accesa sopra gli occhi dei boschi, stella che salva dall’ombra dei massi, dal gelo nero che scava le ossa… Una foglia cade nel vento, sul ramo nero, un pettirosso ‒ tutto vede l’occhio del bosco tutto sente il cuore del branco… Nel sangue un temporale di stelle ‒ sa il genoma antico della stirpe il ringhiare profondo del vento, l’alfabeto segreto del cielo… La poesia, si diceva, è dunque un incontro ‒ fortuito e inaspettato. E possiede il fuoco dello sguardo. La poesia ‒ nel profondo ‒ è un lupo inquieto nel bosco. Grazie di cuore, Claudio. Giorgio Anelli