(Under Milk Wood – Dylan Thomas) Si schiudono i cieli della meraviglia per chi si accosta a quest’opera perfetta, nata per la radio dopo una lunga gestazione nel cuore del poeta. Si commuove l’anima, si esalta la mente per noi che, leggendola, celebriamo sinestesie, assottigliamo i sensi, temperiamo il cuore. Leggere è la cosa più bella del mondo: leggere, sembra sussurrarci Thomas all’orecchio, è vedere ed ascoltare… Ascoltate. E’ la notte, questa che si muove nelle strade, il vento liturgico, salino e musicale, in Via dell’Incoronazione e nel Vicolo della Conchiglia, ed è l’erba che cresce sul colle di Llaregyb, e il cadere della rugiada, e il cadere delle stelle, e il sonno degli uccelli del Bosco di Latte. Guardate. E’ notte, e trascorre sinuosa muta e regale, tra i ciliegi di Via dell’Incoronazione, attraversa il camposanto di Bethesda con i venti guantati e ammainati e coperti di rugiada; e passa balzelloni davanti l’Osteria del Marinaio. Il tempo passa. Ascoltate. Il tempo passa. Fatevi più vicino ora. Voi soltanto potete udire le case che dormono sulle strade nella notte bendata, nera, silenziosa e salina, pigra, profonda. Voi soltanto potete vedere, nelle camere cieche, i pettini e le sottane sulle sedie, le brocche e i catini, i bicchieri con le dentiere dentro, il Comandamento alla parete e i ritratti dei morti che vanno ingiallendo e vegliano come uccellini. Voi soltanto potete udire e vedere dietro gli occhi dei dormienti, i moti e i paesi e i labirinti e i colori e gli sgomenti e gli arcobaleni e le melodie e i desideri e il volo e la caduta e la disperazione e i mari in tempesta dei loro sogni. Dal luogo dove siete potete udire i loro sogni. Noi soltanto, noi soltanto. Vediamo paesi e colori e desideri e voli e caduta e disperazione. Vediamo e sentiamo il coro dell’umanità. E’ notte, è primavera a Llaregyb, Sotto il bosco di Latte tutti dormono, e sognano. Sfilano nei sogni quelli che non sono più, e le loro vite riprendono corpo, per una notte; sognano a colori, gli abitanti di Llaregyb, sole e tempesta, amori e dolori. Canta il gallo, arriva il giorno e lentamente gli uomini e le donne si svegliano: inizia il nuovo giorno, uguale a ieri eppure diverso. Lavorare, amare, desiderare, detestare, peccare, soffrire, bere, cantare e suonare sotto il Bosco di Latte, come il flusso della marea gallese, che ora avanza e poi si ritrae per avanzare di nuovo e così ancora ed ancora fino alla fine del tempo. Ed ogni sera, compiuto il giorno, il Reverendo Jenkins recita la sua poesia del tramonto: Ogni mattina quando mi sveglio, Dolce signore dico una preghiera: Tieni di prego, l’occhio tuo buono Sopra il tuo gregge nato a morire, ed ogni sera, giunto al tramonto, Dio, benedici la cittadina Perché, si passi la notte o no, è sempre un gioco che dura poco. Non si è del tutto buoni o cattivi, noi che viviamo qui sotto il bosco, e tu, so bene, vedrai per primo Il lato buono, non il cattivo. Oh dacci in dono un altro giorno E questa santa notte proteggi, e noi al sole che ci tien sani diremo addio sino a domani. E di nuovo arriva la notte, il cerchio perfetto di questa ballata per più voci, di un’intensità lirica straordinaria, si chiude: La notte sottile s’oscura. Una brezza leggera che si leva dall’acqua increspata, segna le strade sotto il folto del Bosco di Latte che si risveglia. Il Bosco, dove il piede di ogni albero, agli occhi tetri e soddisfatti dei cacciatori di coppie, è forcuto; che per Marianna Marinara è un giardino piantato dal Signore perché il cielo in terra per lei esiste, ed insieme il popolo eletto dal fuoco del buon Dio nella terra di LLaregyb, che per i giovani contadini alla fiera è tempio di letti nuziali lussurioso ed ignaro, e per il Reverendo Eli Jenkins è sermone di foglie vedi sull’innocenza degli uomini: il Bosco, subitamente scrollato dal vento, si sveglia di soprassalto per la seconda oscura volta in questo particolare giorno di primavera. Pare che Thomas, ventenne, avesse rivelato ad un amico che avrebbe voluto scrivere, nientemeno, una risposta gallese all’Ulisse di Joyce, cimentandosi in un racconto complesso ambientato in un solo giorno ed in un solo luogo, un villaggio immaginario ma dai forti rimandi con i suoi luoghi natii, chiamato Llareggub: (letto al contrario: “bugger all”, che significa, volgarmente, “proprio per niente”). Anni dopo, nel 1944, commissionata dalla BBC, Thomas scrisse una sorta di “conversazione” a più voci dal titolo Quite early one morning: una città di mare si sveglia ed i suoi abitanti, con le loro storie, prendono vita:i temi ed i personaggi di Under Milk Wood sono presenti e si evolveranno compiutamente per altri 9 lunghi anni- A Boston, nonostante le sue pessime condizioni di salute, è lo stesso Thomas a dare la prima pubblica lettura dell’opera, ad una voce sola: E’ il 3 maggio 1953. Una seconda lettura, a più voci – Thomas interpretò la prima voce fuori campo ed il Rev. Jenkins, venne data, a New York, nell’autunno. Seguì un crollo fisico e psicologico repentino: nella notte del 3 novembre un cocktail di barbiturici e whisky decretò l’inizio della sua fine, che avvenne di lì a pochi giorni. Era il 9 novembre del 1953 ed aveva 39 anni. Under Milk Wood venne trasmessa per la prima volta dalla BBC sul terzo canale il 25 gennaio 1954. (La traduzione dei brani proposti è di Carlo Izzo e Floriana Bossi) Daniela Bianco