Se mi domandassero cosa mi trasmette il ricordo di mio nonno materno, risponderei la dignità. Dopo la guerra per tutta la vita aveva lavorato come meccanico. La sua non era certo una famiglia ricca, ma in casa non era mai mancato l’essenziale, e le poche cose facevano la felicità. Nei miei ricordi, egli era sempre in ordine, ben vestito, anche in casa indossava la camicia, a volte la cravatta annodata al collo, i capelli pettinati, il volto perfettamente rasato, il profumo pungente del dopobarba. Pochissime parole mai a sproposito, col taglio secco da sentenza e l’ironia che conferisce il nostro dialetto. La quotidiana lettura del giornale seduto al tavolo della cucina, spalle alla finestra. Qualche piacere povero, l’acqua zuccherata, il pane secco a mollo nel caffelatte, l’estrazione del Lotto. Allora, fra i propositi per l’anno che incomincia, per i giorni a venire, oppure, perché no, l’obiettivo di una vita: trasmettere una maggiore dignità; a tutti, ma soprattutto ai nostri cari, i soli che serberanno in cuor loro il nostro pallido ricordo; i soli che ci ricorderanno con la cravatta al collo, per quel che siamo stati, e non per i propositi, le speranze, i discorsi vani. Ascoltare anziché parlare; sentirsi completi con poco, trovare gioia nell’odore della carta, nel silenzio di un poeta, in un dito di liquore, nella compagnia di un fuoco crepitante, in un sentimento banale. Avere qualche innocente segreto, qualcosa da tenere per sé e basta, da custodire gelosamente o confidare a qualcuno di speciale. Guardare alle antiche statue che ornano le dimesse ville neoclassiche e sentirsi un po’ come loro, lasciare che il muschio ci ricopra un poco la base e non farsi avvelenare, ergersi immuni contro le maldicenze; e non contribuire in alcun modo allo sfacelo del mondo. In questo consiste la dignità, tener fede alla parola data, tener fede a se stessi; lottare contro il male del secolo: l’ipocrisia. Come scrisse Santa Caterina da Siena: “Se voi sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo”. Valerio Ragazzini