Giorgio Anelli

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La nicchia - numero 32 - L'anima è altrove

2024-03-20 17:08

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Rivista letteraria,

La nicchia - numero 32 - L'anima è altrove

Cercarla forse non ha senso eppure è la sola cosa che possiamo fare

E’ il caso, a volte, che fa incontrare un poeta.


Così accade che due piccole raccolte poetiche di Luca Canali, “La deriva” e “il naufragio” (Bur Poesia) giacciano l’una accanto all’altra; i disegni di Renzo Vespignani in copertina non passano inosservati ed è questione di un istante: si inizia a leggere, aprendo a caso.


Colpisce subito il poetare colto e raffinato di Canali,eccellente latinista e traduttore che distilla citazioni classiche, metriche perfette, riferimenti storici senza mai appesantireil fluire dei versi ed il loro andare inesorabile e verticale.


Nella  poetica di Canali la centralità è senza dubbio data dalla sua esperienza con la malattia psichica. Egli si definisce uno tra i cavalieri disarcionati/ di questa disperazione senza approdi; la depressione che lo tormenta senza tregua lo obbliga – come già Giuseppe Berto ne “Il male oscuro”, che si sente come eco lontano - a percorrere una via crucis fatta di ricoveri, psicofarmaci e sonniferi, in bilico tra l’amore salvifico per la figlia e il terrore terribile di rubarle l’innocenza e la gioia di vivere.


La lucida consapevolezza di essere tra quelli che hanno in sorte Il vizio di scrivere / ma non la virtù di vivere è una presa in carico del proprio destino: non posso strapparmi di dosso/la maledetta camicia di Nesso,/la mia follia.


 Senza cedere alla sopraffazione o alla volontà di distruzione, Canali offre al lettore e alla lettrice la cruna del suo dolore. Occorre dunque farsi filo sottile, e passare, leggendo, dall’altra parte: la sua.




Aliante


Pura ala nel cielo, anima


Di un umano progetto senza colpa,


splendore di un Icaro in volo su candida croce,


porta negli aliti di vento,


nelle correnti cristalline in lotta


fra loro e in pace con le leggi eteree,


anche il mio cuore asfittico al livello


di un respiro più vasto che allenti la stretta dei nodi


entrati nella fronte come i grani


di un crudele rosario.


 


Citazione


Per intervalla insaniae


scriveva Lucrezio


nei pleniluni sereni.


Invece non ha freni


né pausa né screzio


la mia follia, febbrile


monotonia senza


deliri. Potessi in assenza


di tenebre della mente, di stupefatta


demenza, avere un attimo


di requie, imitare i ghiri, dormire,


per ora non morire, avere esequie


solo se lo decido


io, ancora come Lucrezio lo mio


maestro ed autore, suicida


non per filtro d’amore,


ma per ciclotimia, forse


pari alla mia.


 


Ritornare


Non voglio più restare in questa terra di nessuno


Regolata da scansioni di orologi e di calamite,


dalla esigente ragnatela dei farmaci,


dal venale rapporto coi guaritori.


Le mie radici sono in te,


sposa,


le mie fronde e i miei fiori sono in te,


figlia.


Oh, poter presto tornare al disordine della vita


Lontano da schemi e da regole,


se non quelle della lotta per sopravvivere


altrettanto ferree e spietate ma armoniose


più d’ogni rintocco di pendola ben educata,


e con voi dimenticare i giorni nel trascorrere dei giorni,


e fiorire, appassire, morire


guardandoci indietro con il male non ancora sconfitto,


vedendo da fuori della clinica un luogo di dolore e di speranza


per gli esclusi dalla virile pena di esistere tra gli oltraggi


di mille altri sventurati in un’eterna vicenda


di assalti come difesa e solo rari attimi


di tregua nel segno di parole d’ordine cifrate:


vita e morte, amore e odio e indifferenza,


terra e fuoco, acqua e cielo


angeli declassati ma mai ribelli.


 


Luca Canali è anche un narratore. Pregevolissimi i racconti pubblicati da Edizioni Studio Tesi con il titolo “Diverse solitudini”. Una galleria di personaggi accomunati dalla solitudine di chi viene gettato, suo malgrado, sul palcoscenico vuoto del teatro grottesco della vita.  Uomini e donne ordinari (un attore fallito, un omosessuale, una donna di mezz’età con un divorzio alle spalle, un giudice, un bugiardo) si trovano a fare i conti con l’individualità che li rende diversi dal resto del mondo, e per ciò stesso, soli di una solitudine primigenia, esistenziale.


Perfettamente calibrati, sottolineati da un sottile cinismo e a tratti da uno sguardo ironico, questi racconti si snodano in una prosa fluente e meditata, perfettamente controllata.


L’anima non è qui, nel presente che viviamo, ci dice Canali. L’anima è altrove.


Cercarla forse non ha senso eppure è la sola cosa che possiamo fare.


 


@bigail




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