La nicchia - numero 32 - L'anima è altrove

E’ il caso, a volte, che fa incontrare un poeta.

Così accade che due piccole raccolte poetiche di Luca Canali, “La deriva” e “il naufragio” (Bur Poesia) giacciano l’una accanto all’altra; i disegni di Renzo Vespignani in copertina non passano inosservati ed è questione di un istante: si inizia a leggere, aprendo a caso.

Colpisce subito il poetare colto e raffinato di Canali,eccellente latinista e traduttore che distilla citazioni classiche, metriche perfette, riferimenti storici senza mai appesantireil fluire dei versi ed il loro andare inesorabile e verticale.

Nella  poetica di Canali la centralità è senza dubbio data dalla sua esperienza con la malattia psichica. Egli si definisce uno tra i cavalieri disarcionati/ di questa disperazione senza approdi; la depressione che lo tormenta senza tregua lo obbliga – come già Giuseppe Berto ne “Il male oscuro”, che si sente come eco lontano - a percorrere una via crucis fatta di ricoveri, psicofarmaci e sonniferi, in bilico tra l’amore salvifico per la figlia e il terrore terribile di rubarle l’innocenza e la gioia di vivere.

La lucida consapevolezza di essere tra quelli che hanno in sorte Il vizio di scrivere / ma non la virtù di vivere è una presa in carico del proprio destino: non posso strapparmi di dosso/la maledetta camicia di Nesso,/la mia follia.

 Senza cedere alla sopraffazione o alla volontà di distruzione, Canali offre al lettore e alla lettrice la cruna del suo dolore. Occorre dunque farsi filo sottile, e passare, leggendo, dall’altra parte: la sua.


Aliante

Pura ala nel cielo, anima

Di un umano progetto senza colpa,

splendore di un Icaro in volo su candida croce,

porta negli aliti di vento,

nelle correnti cristalline in lotta

fra loro e in pace con le leggi eteree,

anche il mio cuore asfittico al livello

di un respiro più vasto che allenti la stretta dei nodi

entrati nella fronte come i grani

di un crudele rosario.

 

Citazione

Per intervalla insaniae

scriveva Lucrezio

nei pleniluni sereni.

Invece non ha freni

né pausa né screzio

la mia follia, febbrile

monotonia senza

deliri. Potessi in assenza

di tenebre della mente, di stupefatta

demenza, avere un attimo

di requie, imitare i ghiri, dormire,

per ora non morire, avere esequie

solo se lo decido

io, ancora come Lucrezio lo mio

maestro ed autore, suicida

non per filtro d’amore,

ma per ciclotimia, forse

pari alla mia.

 

Ritornare

Non voglio più restare in questa terra di nessuno

Regolata da scansioni di orologi e di calamite,

dalla esigente ragnatela dei farmaci,

dal venale rapporto coi guaritori.

Le mie radici sono in te,

sposa,

le mie fronde e i miei fiori sono in te,

figlia.

Oh, poter presto tornare al disordine della vita

Lontano da schemi e da regole,

se non quelle della lotta per sopravvivere

altrettanto ferree e spietate ma armoniose

più d’ogni rintocco di pendola ben educata,

e con voi dimenticare i giorni nel trascorrere dei giorni,

e fiorire, appassire, morire

guardandoci indietro con il male non ancora sconfitto,

vedendo da fuori della clinica un luogo di dolore e di speranza

per gli esclusi dalla virile pena di esistere tra gli oltraggi

di mille altri sventurati in un’eterna vicenda

di assalti come difesa e solo rari attimi

di tregua nel segno di parole d’ordine cifrate:

vita e morte, amore e odio e indifferenza,

terra e fuoco, acqua e cielo

angeli declassati ma mai ribelli.

 

Luca Canali è anche un narratore. Pregevolissimi i racconti pubblicati da Edizioni Studio Tesi con il titolo “Diverse solitudini”. Una galleria di personaggi accomunati dalla solitudine di chi viene gettato, suo malgrado, sul palcoscenico vuoto del teatro grottesco della vita.  Uomini e donne ordinari (un attore fallito, un omosessuale, una donna di mezz’età con un divorzio alle spalle, un giudice, un bugiardo) si trovano a fare i conti con l’individualità che li rende diversi dal resto del mondo, e per ciò stesso, soli di una solitudine primigenia, esistenziale.

Perfettamente calibrati, sottolineati da un sottile cinismo e a tratti da uno sguardo ironico, questi racconti si snodano in una prosa fluente e meditata, perfettamente controllata.

L’anima non è qui, nel presente che viviamo, ci dice Canali. L’anima è altrove.

Cercarla forse non ha senso eppure è la sola cosa che possiamo fare.

 

@bigail