Scrivo ‒ come già detto in passato, forse… ‒ per dissipare un destino. Scrivo nel giorno della notte, nella sua alba. Scrivere è il mio sole interiore.
Scrivo nella notte. Appunto. Non ho altro tempo. È il tempo migliore. L’unico rimastomi.
E il poeta non ha un volto pulito. Il poeta non può avere un volto acqua e sapone. I sorrisi non possono essere le uniche cartine di tornasole di una vita dissipata nel destino. Il poeta è antisocial, non devo dimenticarlo; anche se la comunicazione è tutto.
Si è poeti, però, nell’ignoto oblio.
Si è squarciati dalla vita. Lo sconquasso influenza la scrittura.
Scrivo nella povertà, in essa. Essa mi asseconda. Scrivo nel silenzio che acceca. La solitudine lecca il mio destino.
Natura e musica ispirano il mio tormento, la mia inquietudine. Scrivo per catarsi. Ho vissuto nei boschi di montagna. Lì ho vissuto tutte le stagioni. Non potrò mai dimenticarlo.
Nei campi allampanato, mi sdraiavo al sole del mezzogiorno. Spighe e fieno inebriavano i miei battiti. Il tamburo battente chiamato cuore ha ritmi sconosciuti. Danza accanto all’aquila o allo stambecco. Asseconda le marmotte, i grilli e le vipere. Il mio cuore non è poi così sconosciuto.
Ho visto caprioli balzarmi davanti all’improvviso. Saltare con un sol balzo un’intera carreggiata. E lo stupore fu sempre immenso.
Nelle altitudini ho scoperto le stelle. Erano a me più vicine. Sono fatto della loro stessa materia.
Scrivo per dire punto queste cose. Testimoniando l’invisibile tra cielo e altezze.
Il poeta ha lo sguardo gelido del torrente. Cascate e ghiacciai per me esistono ancora. Li ho visti coi miei occhi.
Scrivo: è vita! È sangue che pulsa! Io non sono morto!, io non sono morto!!! Non lo sarò mai…
Il poeta ha lo sguardo di chi viene trattato a pesci in faccia. Ma il suo cuore non si ferma. Combatte fino all’unisono.
Il poeta scrive per un bisogno ancestrale. È stella cadente, desiderio infecondo.
Scrivo, accovacciato tra la roccia. Ovunque mi si parano davanti le montagne: la catena delle Alpi, il Glétscher, il Monviso. È lo spettacolo del vento.
Il vento ha l’ombra, ossigena il poeta. Il vento fa dell’ombra un arcano.
Ombra è verità, sapienza. Ombra è ciò che scrivo.
Scrivo nel carisma assoluto di una fede. Scrivo per tutte le religioni del mondo.
Scrivo per dissipare il destino, e amarne un altro.
Giorgio Anelli