La nicchia - numero 28 - Le idee degli altri

L’altro giorno, sentendo un amico ammettere i propri limiti di fronte ad una certa prova, mi è tornata in mente una frase dell’esploratore Amundsen (che, per consolarlo, mi sono precipitato a condividergli), “L’avventura è il prodotto dell’incompetenza.” La si trova nella prima voce – “Avventura”, appunto – di una compilazione di aforismi e pensieri raccolti durante una vita di letture sperdute e sconfinate da un sinologo e scrittore belga, Simon Leys (di cui ho già scritto qui).

Si tratta di un’idea a cui lo studioso belga teneva particolarmente, già affrontata in un saggio dedicato alla vita e l’opera di G.K. Chesterton, vero cantore del dilettantismo: “Come potete vedere – scriveva – sono un amateur senza speranze. Tuttavia, da un punto di vista chestertoniano, questa stessa mancanza di qualificazioni dovrebbe rappresentare la massima delle qualificazioni. Chesterton ha sempre attribuito grande valore a questa nozione dell’amateur, l’opposto del professionista.”

Leys lamentava che questa “superiorità del dilettante sul professionista”, tra l’altro riaffermata dallo scrittore e giornalista inglese in alcuni passaggi dell’Autobiografia, in particolare riguardanti l’infanzia e suo padre, fosse importante in alcune culture del passato (come nell’estetica classica cinese di cui Leys era esperto), ma “largamente ignorata” da quella occidentale di oggi – commentando.

“Nessuna delle attività che contano davvero si possono perseguire in modo meramente professionale; per esempio, l’emergere dei politici professionisti segna il declino della democrazia, dato che in una vera democrazia la politica dovrebbe essere il privilegio e il dovere di ogni cittadino. Quando l’amore diventa professionale, è prostituzione. Bisogna fornire le prove di un’istruzione professionale anche per ottenere la modesta posizione di spazzino o accalappiacani, ma nessuno mette in discussione le nostre competenze quando vorremmo diventare marito o moglie, dei padri o delle madri – nonostante queste siano occupazioni a tempo pieno e di suprema importanza, che richiedono talenti che sconfinano nel genio.”

Perciò la sopracitata raccolta di aforismi, di cui qui sotto riportiamo in traduzione alcune voci e la prefazione – emblematica anche la copertina della versione francese, con Erasmo intento a scrivere nel suo studio – si intitola Le idee degli altri: idiosincraticamente compilato da Simon Leys per il divertimento dei lettori sfaccendati (Les idees des autres, Plon, 2005; nella traduzione inglese Other people’s thoughts, Black Inc., 2007).

Idee che a dire il vero scopriamo, come commentava Philippe Paquet nella biografia Simon Leys: Navigateur entre les mondes (Gallimard, 2016), essere “evidentemente in gran parte le sue”.

All’origine di questo prezioso e intimo ricalco letterario e intellettuale di una personalità “straordinariamente ordinaria”, fu l’amore, come sempre, oltre che per la letteratura, per la moglie Hanfang (a cui dedicò gran parte delle opere; per un ricordo sul loro rapporto, rimando alla recente e toccante testimonianza della figlia Jeanne Ryckmans per ABC Listen). Il quaderno venne pensato infatti dal compilatore, in capacità di Master of Useleseness (Maestro dell’Inutilità), in occasione del Natale 2002 per lo “svago” della sola moglie (come nel titolo originale riportato da Paquet, “A Common Place Book Compiled by The Master of Uselessness for the Idle Enjoyment of HF”).

Gli scrittori, pensatori, poeti, pittori riportati provengono dai luoghi e dalle epoche più disparate – scorro la lettera C: Calderon de la Barca, Canetti, Nicolas de Chamfort, Jacques Chardonne, Chateaubriand, Cechov, Chen Hongshou, Chesterton, Cicerone, Cioran, Claudel, Coleridge, Confucio, Conrad, Marie-Alain Couturier –, le voci toccano i temi fondamentali di ogni esistenza, da “Dio”, “Morte”, “Vita”, “Inferno”, “Silenzio”, ad “Amore”, “Giustizia”, “Limiti”, “Riso”, “Matrimonio”, “Follia”, come quelli apparentemente più marginali, quali “Bambù”, “Gentiluomo”, “Goffaggine”, “Tabacco”, “Vino”, “Disegno dal vivo”…

Una delle mie citazioni preferite è del principe de Ligne (scrittore a cui Leys era legato, e che ispirò il titolo di un suo pamphlet del 1991, L’umore, l’onore, l’orrore):

“La vita è un rondò: finisce più o meno come è iniziata; le due infanzie ne sono una prova. Non vi è che l’intervallo fra di esse a fare la differenza.”  

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AMBIZIONE

L’ambizione che non sia accompagnata da dei talenti è un crimine.

– Chateaubriand

 

Tutto il male fatto sulla Terra, è fatto dai convinti e dagli ambiziosi. Lo scettico senza ambizioni è il solo innocente sulla Terra.

 – Montherlant

 

Il potere penetrante della sua mente, agendo come un liquido corrosivo, aveva distrutto la sua ambizione.

– Conrad

 

ARTE

Un’opera d’arte che non ci lasci muti è di poco valore: essa è commensurabile in parole. Ne conviene che colui il quale scrive delle arti, non può che tentare di restituire o preparare questo silenzio di stupore incantato: l’amore senza frasi. 

– Paul Valéry

La vita è un tornado di merda, nel quale l’arte è il nostro solo ombrello.  

– Mario Vargas Llosa

Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità. 

– Nietzsche

A volte mi chiedo come fanno tutti quelli che non scrivono, compongono o dipingono a scappare dalla follia, la melanconia, la paura da panico che è inerente alla situazione umana.

– Graham Greene

 

Sono del tuo stesso parere riguardo la nostra ‘arte’, ma a volte essa mi assale come in una sorta di scatto di collera – e poi, se non scrivo per svuotare la mia mente, potrei impazzire. Per quanto riguarda il regolare, ininterrotto amore per la scrittura che descrivi, non so di cosa parli. Io la sento come una tortura, della quale devo sbarazzarmi, ma mai come un piacere. Al contrario, penso che comporre porti grandi dolori.

– Byron

 

Vuoi sapere come si dipinge un quadro perfetto? È facile. Perfeziona te stesso, e poi dipingi in modo naturale. 

– Robert Pirsig

 

La soddisfazione dell’artista che ha impiegato bene la sua giornata, lavorando ad un quadro, è immensa. Quando sono in questo stato, gioisco deliziosamente del riposo e degli svaghi più insignificanti. Posso anche, e senza la minima irritazione, trovarmi in compagnia della gente più noiosa. Il ricordo del lavoro compiuto riaffiora, preservandomi dalla noia e dalla tristezza.

 

– Delacroix


BAMBÙ

 

Preferirei eliminare la carne dalla mia dieta, piuttosto che vivere in un posto dove non c’è bambù. Senza carne, si può diventare magri; ma senza bambù, si diventa volgari. Un uomo magro potrà sempre ingrassare; la volgarità non ha cura.  

– Su Dongpo

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Prefazione de Le idee degli altri

‘La maggior parte delle persone sono altre persone,’ scrisse Oscar Wilde, ‘i loro pensieri sono le opinioni di qualcun altro, la loro vita una mimica, le loro passioni una citazione... Non si afferra la realtà della propria anima se non liberandosi della cultura.’  E, infatti, molti libri mi ricordano un signore monotono che conobbi tempo fa: quest’uomo collezionava battute in un piccolo quadernetto e, ogni qual volta dovesse partecipare a degli eventi sociali, ne memorizzava una mezza dozzina così da poter impressionare con la sue verve i suoi interlocutori.

  Ma nessun libro, non importa quale, dovrebbe essere ispirato dal patetico desiderio di mettere in mostra questo tipo di vernice culturale presa in prestito che, giustamente, meritò il disprezzo di Wilde; questi, al contrario, possono anche riflettere una realtà ben descritta da Alexandre Vialatte: ‘il contributo più prezioso che i grandi artisti ci offrono non è quella di donarci la loro verità, ma la nostra.’

    Un libro che raccogliesse citazioni letterarie […] non può che trarre la sua intima unità che dal suo compilatore, mente e carattere del quale esso dovrebbe in qualche modo rispecchiare. Adottando una simile prospettiva idiosincratica, il compilatore non indulge in narcisismo (vedi sotto, alla voce ‘Io’, la citazione di Thoreau) – ma è mosso meramente da un principio di organizzazione ed economia.”


Alessandro Burrone