Quando decidi di essere poeta ‒ come Rilke!, come Rilke… ‒ la tua coscienza è diversa da molte altre. Quando decidi ‒ ma non decidi, perché lo senti dentro, fa parte della tua essenza, da sempre ‒ la tua vita cambia, definitivamente. La coerenza è un corollario dato per scontato. La coerenza è dentro di te, perché è disciplina: alito di vita.
Si è poeti sin da bambini. Poi, lo studio, la lettura, il misurarsi con la metrica e il verso, delimitano un percorso da affrontare. Un percorso che è poi il percorrere e vivere completamente e affrontare compiutamente la propria vita.
Tutto questo per dire, che il poeta si smarrisce nell’assenza. S’allontana dalla realtà, anche se la realtà lo circonda e lo colpisce continuamente; ogni ostacolo ferendolo, colpendolo ‒ se non, segregandolo ferocemente.
L’esilio fa parte del suo destino.
Quale poeta non lo sconta?
In molti!, in molti, purtroppo…
E io ho deciso di essere poeta, a cavallo tra due secoli. Sto nel dramma, non me ne sottraggo. Sto, decentrato, ma presente, vigile: soffrendo, urlando, combattendo come un uragano.
Io nasco libero. E quando scendo da un sentiero ad alta quota, senza una goccia nella borraccia, mentre il sole cancrena la lucidità, ascolto la mia dolce musa Daniela, che mi dice di andare a raccogliere l’acqua da un torrente.
Così abbiamo bevuto l’acqua di fonte a più di 2000 metri di altezza. L’acqua della giovinezza, l’acqua vera!
Sono poeta e bevo l’acqua pura, l’acqua che sgorga dalla roccia e dal ghiacciaio del Monte Rosa.
Sono libero! Il mio urlo sovrasta le nuvole.
Faccio l’amore nel vento. La natura mi è Madre.
Sono poeta, e questo è tutto.
Giorgio Anelli