La nicchia - numero 100 - Dare fuoco al fuoco

2025-10-06 22:30

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Rivista letteraria,

La nicchia - numero 100 - Dare fuoco al fuoco

Questa poesia mi ricorda che esisto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È sera. È sera tarda, qui. E fa freddo. Rimugino sui miei problemi. Non voglio scaldarmi con un liquore. Preferisco patire il freddo. Come se fossi un poeta russo, di quella generazione che ha fatto la storia della poesia universale. E quindi prenderò un foglio scritto dal mio taccuino. Lo strapperò. E gli darò fuoco. Per provare a scaldarmi.

Do fuoco al fuoco.

Rimugino.

Penso a quel qualcuno che ogni tanto prova a sbattermi in faccia delle verità. E prova a dire che parlare di una poesia, per esempio, non equivale a conoscere l’opera intera del poeta. Ma a me non importa. Perché so che sul più bello arrivo io, e do fastidio. Squaderno le carte. Esisto. Scrivo. Sono. Ho un dono. E voglio farne dono a qualcuno che non conosco ancora.

Per evitare di far morire un’altra sera. Per sfidare l’abisso nel quale mi sto inoltrando.

Non starò muto a fissare l’orrore, abbagliato dal freddo di queste mura.

Ho acceso un fuoco con i fogli del mio taccuino. E questa poesia mi ricorda chi sono. Che esisto. Ho un’identità, io. E scrivo. (Giorgio Anelli)

 

 

Ieri il deserto, domani il mare.

Qui

stretto con altri stretti

l’aperto è un sogno oltre il muro

 

e finalmente aria,

finalmente cielo

nel silenzio di Dio

da attraversare

 

Il sole sferza il vento,

il vento sferza la luce

Ore in pasto ai cani.

Un’altra sera muore.

 

Amare è una parola incomprensibile.

Qualcuno rema

un altro beve arso dal sale il sale.

Torme di anime sull’abisso

 

Guardiamo muti l’orrore

schiacciati nel freddo

abbiamo acceso un fuoco

tra le lingue del naufragio.

 

Marco Munaro

 

 

Giorgio Anelli

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