Si presenta come un libretto rosso dal titolo già di per sé non semplice, con al centro un viso familiare: si tratta dell’ultimo libro di Alessandro Camilletti, Breviario antalgico (peQuod, 2025), e reca in copertina e all’interno i disegni di Gian Ruggero Manzoni.
Molti la chiamerebbero silloge poetica, più per abitudine che per altro, ma la trovo una definizione inadeguata. È il titolo stesso che ci racconta cosa abbiamo per le mani: il breviario contiene delle preghiere brevi che accompagnano il credente durante le ore della giornata; “antalgico” fa riferimento a qualcosa in grado di alleviare un dolore, solitamente fisico. E questo è precisamente l’intento del libro, una plaquette artistica dall’intento salvifico/terapeutico. Proprio l’incontro di questi due mondi, quello della cura dell’anima e quello della cura del corpo, generano queste invocazioni, queste incisioni; a volte poesie, a volte mantra, a volte aforismi, al limite della sintesi.
Ognuno dei quindici passi che compongono il libro costituiscono uno spunto di meditazione al fine di migliorare la vita, riducendo la sofferenza. Un libro che si legge tecnicamente in pochi minuti, si dilata nel tempo, impone una riflessione. Come una riflessione impongono i disegni di Manzoni: occorre sostare innanzi a queste figure taumaturgiche e sciamaniche, tracciate con linee essenziali e secche (fornendo così uno speculare della scrittura minima di Camilletti), lasciare che ci vengano incontro, un po’ esoterici e un po’ rupestri, generando in noi inquietudine e fascinazione.
Non si tratta di un libro consolatorio, ma di un tracciato per l’accettazione della condizione umana fatta di precarietà, illusioni, errori e sofferenza. Se in precedenza, con Vivo e invisibile (peQuod, 2023), l’invito di Camilletti era all’evanescenza, qui l’invito è più che altro a trovare una posizione di equilibrio, affinché la corrente non ci spazzi via. Una resistenza, una fermezza che si fa cammino verso il superamento del dolore.
Valerio Ragazzini
Per dolore o per moda
Assumiamo posture
Lontano del centro
Ogni primavera
Prendiamo atto
Del nostro fallimento
(da A. Camilletti, Breviario antalgico)
Disegno di Gian Ruggero Manzoni

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