Un patto è stabilito per inscenare un sovvertimento

A volte il ricordo si fa richiamo infuocato, torcia la cui fiamma viene bistrattata da sibilo gelido di vento. Un patto, in fondo, è fatto ‒ stabilito ‒ per inscenare un sovvertimento, e ricordarsi all’altro, col quale si sono scritte parole immortali. Proprio per questo motivo, credo, oggi ho estratto per qualche istante dal portafoglio una lettera che porto sempre con me.

Quasi, appunto, non me ne ricordavo affatto.

Chissà se l’altro ‒ quel poeta, quell’amico che sfida in continuazione alfabeti stranieri per inaugurare l’inaudito ‒ se ne ricorderà ancora, di quelle parole che mi rivolse con la foga di un tuono: e chissà se io stesso, latitante al mondo, protetto forse dai boschi, sono ancora da qualche parte, a strapiombo sui monti…