Il Carteggio Rilke-Pozzi, storia di redenzione e riscatto

Maledetto, vagabondo o carbonaro, poco importa! Io sono poeta: poeta e basta! La mia storia è storia di redenzione e riscatto. Mi son sempre dovuto riscattare da qualcosa. Forse che essere borderline significhi stare per forza di cose ai margini?... Questo aiuta la poesia, la libertà e il fatto di poter scrivere tutto ciò che voglio. M’insinuo tra i salotti, son me stesso; se mi scansano è per timore ad affrontare la diversità. Rompo i canoni, i coglioni, gli schemi: evviva, son me stesso!

Ma la storia che mi è successa è questa. Sono stato male. Ho dovuto affrontare un episodio depressivo. Perché? Un cortocircuito di vari eventi e circostanze l’ha creato: insomma, ero scarico di testa e debole di fisico; in poche parole, uno straccio.

Perché ho dovuto prendere un antibiotico per tre settimane di fila. Perché quelli che credi amici, tradiscono. La letteratura è bella sì, ma ti fanno credere che non puoi scrivere libri per via di diritti d’autore che in realtà non esistono più. Han provato a prendermi in giro, a insinuarmi dubbi, a rubarmi idee. Quando invece ero io il primo a proporre agli amici di realizzarle insieme queste idee.

Ma poi persino il libro sulla Campo, ho mai avuto il piacere di poterlo presentare almeno una volta!? E quel Sandro nazionale… che delusione.

Mi sono ammalato proprio quando a breve avrei dovuto presentare il Carteggio Rilke-Pozzi al Loggiato De Piante (che Salotto! Che salotto!). Ho tradotto questo libro per primo in Italia, una mancanza che andava colmata. Una mancanza che faceva gola a tutti, e che mi ha provocato un mezzo esaurimento: grazie amici, che bella fratellanza!

Eppure alla fine ce l’ho fatta. Lo psichiatra me l’ha posta come obiettivo la presentazione. Per me non era solo un obiettivo: è stato un vero e proprio riscatto. Giorno per giorno ho studiato la mia traduzione, e mi preparavo, perché ho fatto una cosa bella e volevo donarla a tutti. Andava quindi presentata bene. E alla fine al Loggiato De Piante il riscontro c’è stato, la gente era davvero entusiasta.

Per me è stata l’ennesima vittoria. L’ennesimo colpo subito sul ring della vita che mi ha fatto cadere e rialzare. Ciò mi rende orgoglioso di quel che sono e di quel che ho fatto.

Sì, perché ho tradotto un libro che fa la rivoluzione. Con l’aiuto di tante donazioni che hanno permesso e permetteranno la lettura del Carteggio a ben più di cento persone.

Maledetto, vagabondo o carbonaro, dunque poco importa!

Io sono poeta, con lo sguardo e la parola infiammo il mondo!