Oop, oop (Miniromanzo in 10 capitoli tutti rigorosamente sotto le 140 battute) Cap. 1 Non era alto ma nemmeno basso, né grasso né magro, di un’età indefinita, non aveva niente di particolare, eppure era unico. Saltellava. Cap. 2 Mi sembra ancora di vederlo. Tutti i giorni, estate e inverno, passava con quella sua aria compunta mentre andava non si sa bene dove. Cap. 3 Gentile e cortese, si scappellava quando incrociava qualche vicino, ma era un tipo che non dava confidenze. Mai visto parlare con qualcuno. Cap. 4 Quando era da solo, si toglieva la giacca e oop, oop. Così, senza un perché, senza nessuna ragione precisa, cominciava a saltellare. Cap. 5 Per lui saltellare era un istinto naturale, come la fame, la sete o il sesso. Il senso della sua esistenza era tutto lì, in quell’oop, oop. Cap. 6 Scoprire gli ingranaggi mentali che stavano all’origine di quel comportamento era una cosa che non lo aveva mai minimamente interessato. Cap. 7 C’è chi nasce per fare il musicista, il medico, il calzolaio o qualunque altra cosa. Lui era nato per saltellare. Oop, oop. Punto e basta. Cap. 8 Poi un brutto giorno un tipo che la sapeva lunga lo chiamò in ufficio, lo guardò fisso negli occhi e gli disse a bruciapelo: “Lei saltella”. Cap. 9 In un istante gli crollò il mondo addosso, ma non battè ciglio. Si alzò e uscì dalla stanza con il cuore in tumulto, ma con grande dignità. Cap. 10 Arrivato a casa si stese sul letto, chiuse gli occhi e fu a quel punto che ebbe uno spasmo. Oop, oop. Subito dopo rimase lì morto stecchito. Silvano Calzini