A quale desco mi siederò domani?
Non ho mai avuto recensioni su quotidiani nazionali, né su riviste. Mi chiedo ancora: Resteranno i miei versi, i miei romanzi, i miei racconti, i miei saggi come i miei testi teatrali, i miei infiniti epistolari tanto quanto i diari e gli appunti sui taccuini?
Insomma, non ho mai avuto segnalazioni “importantiˮ, eppure la gente mi cerca, chiede dei miei libri; il popolo stana il poeta, il popolo parla e scrive dei miei libri. Dovrei esserne felice. E difatti lo sono.
La mia cara musa, Abigail, sostiene l’importanza di un tale fatto. Ma i tempi intanto incalzano come avvisaglie sull’ignoto.
Dunque, dove abiterò domani? Quali mura sostituiranno la stanza-studio? Di essa resterà traccia un domani? E ancora: quale città abiterò?
Giorgio Anelli