La fraternità nascosta della poesia

Incredibilmente, accade ‒ a volte ‒ l'inspiegabile. Quel miracolo che a chiederlo, forse, avviene. Eppure senza la preghiera, senza una domanda, nulla si smuoverebbe.

Sto parlando della poesia, della sua fraternità nascosta e che si cela nei meandri delle notti insonni; tra le catacombe di questa fede laica e cristiana che ‒ in fondo, e per fortuna ‒ ha salvato molte vite. Così succede che proprio per amor della poesia, dei versi e delle parole che la rendono fiera e bella (questa eterna sconosciuta, bistrattata negli angoli stretti e angusti delle librerie, per la quale bisogna chinarsi, nella speranza di trovare un titolo confacente che le renda davvero giustizia), qualcuno si mobiliti: nonostante le ristrettezze economiche, i guai a venire, il costo estremo della vita.

Allora non posso far altro che ringraziare poeti e lettori e piccoli editori che ‒ chi in un modo, chi in un altro ‒ credono imprescindibilmente in questa forza sottaciuta della parola, eppur vitale; ma talmente tanto, da far sì che la parola poetica si annidi nei silenzi più nascosti della vita di ogni cuore che batte per davvero, facendo comunque rumore.

 

Giorgio Anelli