La nicchia - numero 14 - Siamo tutti nati dalla penna di Fernando Pessoa

Signore e signori i conti non tornano!

Mi spiego. A quanto pare ultimamente la letteratura è fatta vissuta irretita da fantasmi contemporanei che però agiscono indisturbati nel non luogo della pagina bianca: possa essere quella di un foglio, come quelle di un libro, altrimenti quelle di una rivista, ecc.

Se è vero che Andrea Temporelli non esiste (me l’ha detto lui stesso ‒ giuro ‒ serio e mesto), tuttavia egli c’è, agisce, soprattutto scrive! Il suo ultimo libro di poesie è di buona fattura, grande forma e metrica; il plauso che la critica gli sta attribuendo è quindi giustificato. Ma, giustappunto, egli non esiste!

I nomi che fanno di lui un poeta, sono il ricordo ‒ per meglio dire, l’omaggio ‒ per quel fratellino e la madre che lo hanno lasciato prematuramente. Oppure, dietro lo pseudonimo si nasconde l’opera; quel donare tutto se stessi ad altro, alla creazione di fantasie che realizzino bellezza e godimento. E le supposizioni al riguardo dell’autore, credetemi, se ben ci pensate, possono essere numerosissime.

Lo stesso dicasi per me. Siamo sicuri che esisto veramente? Il mio problema è all’inverso. Ho pubblicato e pubblicato. Scrivo per Pangea, ma sono un dissidente, un indipendente; o forse qualcuno vuole che io lo sia. L’anarchia della mia forma, il mio sperimentalismo, raramente sono stati lambiti dalla critica. Eppure esisto. Ho pure fondato una rivista che rivista non è, visto che non esisto!

E chi scrive su “La nicchiaˮ ‒ tra l’altro, l’amata musa Abigail ‒ siamo sicuri che non si celi per davvero sotto falso nome o, per giunta, sia io stesso che ne faccio le veci e ne scrivo o traduco le parole? Quindi non esisto doppiamente! Non esisterò e resterò dimenticato nel corso dei secoli?

Può darsi, per giunta, che io sia nato dalla penna di Fernando Pessoa. Mi hanno trovato scoperto pubblicato, raccogliendomi da un baule, e quindi ho assunto vita propria.

Ma il fatto, signori tutti, è un altro. Il fatto incontrovertibile è che la letteratura è una cosa molto seria e, proprio per questo, fa bene, a volte, a prendersi da sola per il naso.

Giorgio Anelli